Era seduto sotto un albero non molto alto ma ampio. I rami scendevano quasi fino a terra a formare una tenda naturale. Sotto sembrava primavera. Nel pomeriggio cominciava il caldo e così si portava una sedia per godersi il fresco dell’ombra che naturalmente l’albero gli offriva.
Aveva un libro tra le gambe ma lo teneva chiuso, preferiva stare fermo a godere la bellezza dei rami spioventi, del tronco che si biforcava dal basso e saliva a formare un ombrello oltre il tetto della casa. Provava a catturare il momento con i sensi per conservarlo il più a lungo possibile.
Ascoltava seduto il movimento del corpo penetrare i segreti in perfetto equilibrio. Non poteva fare a meno di pensare a lei e alla sua sofferenza.