Da alcune settimane si ritrova ad ascoltare, come occupazione principale, i suoni perduti in stretto ordine alfabetico. Ogni tanto aggiunge alla sua lista un nome e ne fa una classifica senza ordine di merito.
Raccoglie le sollecitazioni del momento, gli aneddoti e i ricordi, i vecchi discorsi. Li estrae dallo scaffale, li pulisce, rinfresca i colori, le date, l’elenco dei musicisti, le suggestioni. Ne mette qualcuno sull’asse da stiro vicino al giradischi e lo accende.
Il piatto comincia a ruotare tirato dalla cinghia. Si sorprende ascoltando dettagli di un tesoro rimasto per troppo tempo inaccessibile. Spiega la mappa della sua lista. E si ritrova in ritardo dentro la sua trasparente illusione.