Seduto in cerca dell’equilibrio ha sempre creduto di poterlo inseguire come un accidente da praticare però solo in posizione eretta. Sul limite di una banchina, sulla cengia di una montagna, sul bordo di una nave col mare mosso, su una scala pitturando il soffitto o aggiustando una grondaia.
Gli sembra strano essere seduto davanti a una finestra guardando il giardino. Sale sugli alberi nella stagione della potatura. Fluttua tra il tronco e i rami. Qualcuno gli grida di stare attento, di non sporgersi troppo e di non fare movimenti avventati.
Non so se può sentire e neppure se tenga conto di quegli avvertimenti. E’ di quelli che tende a cercare conferme nel silenzio con parole lente e interminabili.