Gli sembrava di avere scoperto il rumore, anche quello più neutrale che entrava in conflitto con il suo stato. Avrebbe voluto una notte di silenzio ma sapeva che non era possibile, la minima vibrazione lo faceva tornare nel tormento.
Senza fine, senza tacere batteva il lamento e la preghiera. Un po’ di sospensione, di mancanza di attrito, una viltà diventata colpa, una macchia contro lo sporco. Dopo il respiro riprendeva il dettaglio del tempo di cui aveva bisogno.
Intravedeva ma non riusciva a raggiungere. Ancora una volta si trascinava chiedendo alla luce di togliere ogni appiglio. E poi finalmente camminava con tutto il suo peso addosso.