Sentiva di poter riempire le pagine con i versi di tutte le canzoni che aveva imparato a memoria. Era arrivato il tempo di mettersi comodo a ripassare con grande pazienza l’arte del collage. Una sforbiciata delicata, un tocco di evidenziatore, un appunto sul margine.
Nel frattempo avrebbe potuto sentire i suoni della playlist rinfrescare l’aria della stanza, quasi che fare due cose nello stesso momento lo avrebbe reso più forte. Ma poi prevaleva lo spirito della sua voce e con due parole vedeva l’inizio di una parabola discendente perdersi in un buco nero.
Poteva scorgere tutto da sotto gli occhi mentre intorno cambiavano i modi. Prendeva una forbice dal tavolo e sceglieva un’altra fine delle cose.