Voltato di schiena agitava le dita sui tasti e si confondeva mentre tutto diventava una figura senza differenze. Non solo i toni ma perfino i colori sembravano dividersi quando le dita correvano su e giù senza fermarsi di fronte agli ostacoli.
Si guardava attorno per rendersi conto se accadeva solo a lui e se gli altri ne fossero consapevoli. Non poteva dirlo di preciso ma sembrava che non fosse il solo. C’era un terreno comune, una condivisione sotto gli occhi, senza parlare degli altri organi.
Ognuno elaborava il proprio gusto e la propria sensibilità. Ricordava poche parole e riusciva così a seguire meglio la scia di meraviglia da corpo a corpo senza mai interrompersi mentre il suono usciva dai pori.