Teneva gli occhi chiusi senza dormire nella convinzione che in quel modo avrebbe attratto le parole. Parole che hanno bisogno di ricongiungersi in un luogo. Quel luogo era lui. E lui aveva bisogno proprio di quelle parole che a loro volta si combinavano per formarne altre ancora.
Ma non succedeva sempre. Alcune volte bastavano piccoli ritocchi, altre invece era necessario lavorarci intorno e inventarsi un filo che le tenesse insieme. L’inizio era molto faticoso.
Quando chiudeva gli occhi senza dormire le intrecciava per farle diventare un segnale. A volte riusciva, a volte aveva bisogno di lasciarle posare nella sua coscienza. Non serviva forzare, ma solo accoglierne passivamente il divenire.