Il bosco non era esattamente un bosco e il giardino non era esattamente un giardino. I sentieri sembravano sentieri ma le direzioni non erano più le stesse. E la fortuna non sembrava più esistere nei due quadrati disegnati ai bordi di un rettangolo.
Nel mezzo c’erano le tettoie e un parcheggio di biciclette. L’ingresso dei quadrati era sul lato lontano, un vicolo di sassi e di erba. Su un lato piccole baracche di legno appoggiate al muro di cinta. Oltre il muro il cortile dell’altro caseggiato, di forma allungata come un grande rettangolo. Piccoli rifugi servivano da officina e da deposito materiali.
Davanti alle porte gli orti ordinati e puliti, ma gli orti non erano esattamente degli orti così come i ricordi non erano esattamente il ricordare. Poi tutto si interrompeva ma questa interruzione ancora non si interrompe.