Costantino Kavafis nato ad Alessandria d’Egitto il 29 aprile 1863 e morto ad Alessandria d’Egitto il 29 aprile 1933.
Aspettando i barbari
Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi devono arrivare i barbari.
Perché è così inoperoso il Senato?
E perché siedono senza far leggi i Senatori?
Perchè oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno faranno leggi i barbari.
Perché l’imperatore s’è alzato così presto
e sta alla porta maggiore della città,
solenne in trono, e indossa la corona?
Perchè oggi arrivano i barbari.
E l’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. Anzi ha disposto
di offrirgli una pergamena. Sulla quale
gli ha scritto molti titoli ed nomi.
Perché stamani i due consoli e i pretori
sono usciti con toghe rosse e ricamate?
Perché indossano bracciali colmi di ametiste
e anelli con smeraldi splendidi e lucenti?
Perché oggi impugnano le preziose mazze
dai raffinati ceselli d’argento e d’oro?
Perchè oggi arrivano i barbari,
e queste cose abbagliano i barbari.
Perché i valenti retori non vengono come sempre
a fare i loro discorsi, a dire le loro cose?
Perchè oggi arrivano i barbari:
e hanno a noia concioni ed eloquenza.
Perché questa inquietudine, d’un tratto,
questo scompiglio? (Come si sono fatti seri i volti.)
Perché si svuotano in fretta strade e piazze
e tutti tornano a casa pensierosi?
Perchè si è fatta notte e non sono venuti i barbari.
Messaggeri son giunti dai confini
e han detto che non ci sono più barbari.
E ora, senza barbari, che sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.
da: Costantino Kavfis, Le poesie – traduzione di Nicola Crocetti