La notte non è solo quella fisica. Ci sono persone che apparentemente fanno una vita normale ma vivono dentro la loro notte. Ci sono persone che vivono di notte ma in realtà non sanno neppure cosa sia, la notte. Per moltissimi anni ho fatto una vita regolare, sveglia prima dell’alba e a letto molto presto di sera. Eppure ho vissuto quasi sempre di notte. Una notte ininterrotta. E quindi ho acquisito confidenza con la notte. E molto spesso ho dovuto anche io “abbassare gli occhi per non spiegare”. E ho contato il tempo di un orologio che non era giusto o sbagliato ma era tempo immobile. E il tempo immobile della notte è un tempo malato ma forse l’unico tempo che esiste, se mai esiste il tempo.
Conoscenza della notte – Robert Frost
Io sono uno che ha conosciuto la notte.
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
Ho oltrepassato l’ultima luce della città.
Io sono andato in fondo al vicolo più tetro.
Ho incontrato la guardia nel suo giro
ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.
Io ho trattenuto il passo e il mio respiro
quando da molto lontano un grido strozzato
giungeva oltre le case da un’altra strada,
ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
e ancor più lontano, a un’incredibile altezza,
nel cielo un orologio illuminato
proclamava che il tempo non era giusto, né errato.
Io sono uno che ha conosciuto la notte.
Robert Frost
(Traduzione di Giovanni Giudici)
Acquainted With the Night
I have been one acquainted with the night.
I have walked out in rain – and back in rain.
I have outwalked the furthest city light.
I have looked down the saddest city lane.
I have passed by the watchman on his beat
And dropped my eyes, unwilling to explain.
I have stood still and stopped the sound of feet
When far away an interrupted cry
Came over houses from another street,
But not to call me back or say good-bye;
And further still at an unearthly height,
One luminary clock against the sky
Proclaimed the time was neither wrong nor right.
I have been one acquainted with the night.